L’USARCI chiede una riduzione delle accise sui carburanti per salvare gli agenti di commercio dai folli rincari

Non è certo una novità che il mondo degli agenti di commercio sia dimenticato dalla politica italiana. Per governo e oppofinzione 230mila agenti in attività, con rispettive famiglie, non contano assolutamente nulla.

Eppure intermediano quasi il 70% del Pil nazionale. Per farlo utilizzano la propria auto e percorrono, in media, 40mila km all’anno a testa.

Qualcuno si è accorto che l’aumento del prezzo di benzina, diesel, gas ed elettricità sta diventando un costo insostenibile per la categoria. Qualcuno si è accorto che, se si fermano gli agenti di commercio, tutta l’economia italiana va in crisi?

No, ovviamente non se n’è accorto nessuno. Ed allora l’Usarci, il principale sindacato degli Agenti di Commercio, ha sollecitato le Istituzioni ed il Governo ad intervenire concretamente a favore della Categoria per ridurre il costo dei carburanti e di ogni forma di alimentazione della vettura.

“Siamo tra le categorie più colpite dalle conseguenze economiche della pandemia – afferma il Presidente Nazionale Umberto Mirizzi – ed ora con i costi saliti del 30% sul carburante, i ritardi nelle forniture dovute alla mancanza di materie prime e ad un aumento pesante dei costi di trasporto, si rischia la paralisi per tutta la filiera del Commercio/Industria/Agricoltura che ruota attorno alla nostra categoria”.

Non solo proteste, ma anche proposte: “Decurtare immediatamente le accise – propone il Vice Presidente Di Pietro – abbattendo così il costo del carburante in modo da poter calmierare quei costi legati alla mobilità”.

Ricorda il Vice Presidente Ristè che da USARCI è pervenuta la prima richiesta di adeguamento dei parametri fiscali di deducibilità per l’acquisto dell’auto in quanto l’attuale tetto risulta essere inadeguato essendo fermo alla metà degli anni ’80. Tanto per chiarire l’attenzione che la politica ha riservato agli agenti di commercio in “soli” 40 anni.

Quanto, infine, al  generale incremento delle vendite, che viene sbandierato quotidianamente attraverso i mezzi di informazione di regime, risulta essere del tutto “drogato” dall’inflazione e non bilancia assolutamente l’aumento smisurato delle attuali spese e la crescente pressione fiscale.

Fonte Electomagazine – Autore Enrico Toselli

L’allarme degli agenti di commercio: «L’aumento del costo dei carburanti ci penalizza. Il governo intervenga. Sono a rischio centinaia di posti di lavoro»

Si fa sempre più pressante il grido d’allarme degli agenti di commercio, che stanno vivendo sulla propria pelle, ogni giorno, le conseguenze per gli aumenti del costo dei carburanti, del gas e dell’energia.

A farsi portavoce del malcontento della categoria è l’Usarci, il principale sindacato degli agenti di commercio, che anche in Friuli Venezia Giulia può contare su un migliaio di aderenti.

E’ il suo presidente, Domenico Papa, a sollecitare istituzioni e governo «a intervenire concretamente a favore della categoria per ridurre il costo dei carburanti e di ogni altra forma di alimentazione necessaria per l’utilizzo della vettura». 

In Italia gli agenti di commercio sono circa 230mila, che intermediano quasi il 70% del Pil nazionale. Per farlo utilizzano ogni giorno la propria auto, percorrendo, in media, 40mila chilometri all’anno a testa.

«Siamo tra le categorie più colpite dalle conseguenze economiche della pandemia – rimarca Papa – e ora, con i costi del carburante saliti del 30%, i ritardi nelle forniture dovute alla mancanza di materie prime e al pesante incremento dei costi di trasporto, si rischia la paralisi per tutta la filiera del commercio che ruota attorno alla nostra attività. Per non parlare delle conseguenze dirette dalla guerra russo-ucraina». 

Papa si allinea con le richieste fatte al governo dall’Usarci nazionale: «E’ necessario decurtare subito le accise, abbattendo così il costo del carburante in modo da poter calmierare quei costi legati alla mobilità. La macchina è il nostro ufficio, e vista la situazione in cui ci troviamo, per noi, è sempre più complicato lavorare. In Friuli Venezia Giulia noi potremmo essere da esempio per il resto del Paese – chiude Papa – sfruttando la peculiarità di essere una Regione a statuto speciale. Ma bisogna fare presto, sono a rischio centinaia di posti di lavoro». 

L’Usarci Fvg farà richiesta all’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Bini, di introdurre una sorta di carta carburante agevolata per tutti gli agenti di commercio associati. 

Fonte CafèTv24

Prevenire è meglio che curare. Anche per gli Agenti

Prevenire è meglio che curare. Vale per tutto. Nella sanità, nella vita di tutti i giorni, nella gestione dell’ordine pubblico. Vale anche per gli agenti di commercio. O, almeno, dovrebbe valere. Perché seguendo l’attività del sindacato di categoria, l’Usarci, ci si rende conto che troppo spesso gli agenti rinunciano all’attività di prevenzione ritenendola, a torto, un’inutile perdita di tempo.

C’è solo l’imbarazzo della scelta. A partire dalla semplice lettura del contratto. Molti, troppi, ignorano i propri diritti. Ed accettano clausole assurde e penalizzanti. Altri firmano senza leggere cosa c’è scritto nelle righe precedenti. Qualcuno arriva a scrivere, di proprio pugno, la rinuncia a qualche vantaggio salvo, poi, dimenticarsi di averlo fatto nel momento in cui sorgono contrasti con l’azienda.

A quel punto, ma solo a quel punto, ci si accorge che esiste un sindacato. Chiamato a rimediare, in modo miracoloso, ad errori colossali dell’agente. La cura, appunto. Quando, invece, sarebbe bastato rivolgersi al sindacato PRIMA di firmare, PRIMA di accordarsi. Affidandosi ad esperti che conoscono i contratti di categoria, che conoscono anche le manovre messe in atto dalle aziende per imporre vessazioni e situazioni penalizzanti per gli agenti.

Prevenire, dunque, in modo che tutto sia chiaro e definito, che non restino dubbi e zone d’ombra, che non si creino le condizioni per rimorsi e rimpianti. Basta poco, ma rende molto. Ed evita inutili contenziosi quando non ce n’è bisogno.

Poi, ovviamente, i problemi possono insorgere ugualmente. Ed il sindacato serve per affrontarli e risolverli nel modo più conveniente per gli agenti. Ma un buon accordo iniziale agevola anche una positiva conclusione di un contenzioso successivo.

Fonte Electomagazine – Autore Enrico Toselli

CONGRESSO USARCI

Forse in amore le rose non si usano più, cantava Massimo Ranieri. E forse in politica sono i congressi a  non usarsi più, soppiantati da un leaderismo di leader modesti. Ma l’Usarci sceglie una strada diversa. E dal 26 al 28 maggio, a Roma, il maggior sindacato degli agenti di commercio darà vita ad un congresso vero, dove i voti conteranno ma, prima ancora dei voti, conteranno le idee, le proposte, la costruzione di un futuro per la categoria.

“I problemi da affrontare – spiega Antonello Marzolla, segretario generale Usarci – sono numerosi e complessi, a partire da quelli emersi con la gestione della pandemia. E poi i rapporti con le altre organizzazioni, anche alla luce dei risultati per l’Enasarco che hanno visto l’Usarci uscire vincente quale prima forza, la più votata, raccogliendo da sola il 30% dei voti espressi. Un risultato che comporta onori ma anche oneri”. E poi, al congresso, si dovrà delineare la strategia in vista del rinnovo degli accordi economici collettivi.

Dunque un congresso “vero” che sarà anche l’occasione per tributare il meritato applauso ad Umberto Mirizzi che, dopo 5 mandati consecutivi, ha deciso di lasciare la presidenza Usarci per favorire il rinnovamento. “Un grande presidente – afferma Marzolla – che ha dovuto affrontare una serie di eventi  difficili. Dalla diaspora interna al sindacato, che ha saputo ricomporre con grande capacità e stile, sino alle crisi economiche e finanziarie internazionali e nazionali che hanno squassato la categoria. Sino al Covid che ha azzoppato 8mila agenti di commercio”.

Mirizzi e la squadra che lo ha affiancato hanno superato tutte queste difficoltà ed il successo alle elezioni Enasarco è la dimostrazione concreta che gli agenti di commercio hanno capito ed apprezzato gli sforzi compiuti. Dal congresso dovrebbe dunque uscire un nuovo vertice Usarci che agisca nel solco della continuità, che sappia affrontare le nuove sfide con la stessa efficacia e con il medesimo stile.

Fonte Electomagazine – Autore Entrico Toselli

Di Pietro neo Presidente USARCI: il sindacato deve prevenire i problemi degli agenti di commercio

Giovanni Di Pietro è il nuovo Presidente Nazionale dell’Usarci, il Sindacato degli agenti e rappresentanti commerciali più importante d’Italia. Ex Agente Pescarese, 71 anni, è stato eletto il 28/05/2022 dal XXVI Congresso elettivo riunito a Roma presso l’Hotel Unaway Empire. Il Congresso ha visto la partecipazione di oltre 60 delegati, in rappresentanza dei quasi 50 mila iscritti in tutt’Italia.

Un congresso all’insegna del cambiamento nel solco della tradizione. D’altronde non avrebbe avuto senso una rivoluzione dopo tutti i lusinghieri risultati ottenuti sotto la presidenza di Umberto Mirizzi che lascia, proprio per favorire l’avvio del rinnovamento, dopo 15 anni consecutivi alla guida dell’Usarci. Anche in senso di gratitudine, Di Pietro ed il Congresso hanno nominato Mirizzi Presidente D’Onore.

Di Pietro, già Vice Presidente Vicario, è nel sindacato da oltre 40 anni. Profondo conoscitore della attività di agenzia avendo svolto l’attività per oltre 35 anni, si è sempre dedicato alla difesa ed alla tutela degli agenti. Ora sarà alla guida della federazione per i prossimi tre anni.

“Stiamo attraversando una fase davvero complicata: la pandemia, la guerra, i rincari eccezionali delle materie prime, il rincaro dei carburanti, il rischio di una crisi energetica e alimentare, i cambiamenti climatici. Eppure il nostro settore, con tutte le difficoltà resta uno dei cardini dell’economia nazionale. Il numero degli agenti in Italia è di circa 220 mila unità di cui il 15% donne, un numero considerevole rispetto a quello degli altri paesi europei dove la media è di circa 50/60 mila unità, questo, a dimostrazione della grossa valenza di questa categoria nel tessuto economico e sociale del paese. Ecco perché possiamo e dobbiamo lottare, rimettendo al centro le nostre priorità, le nostre battaglie ed i nostri diritti” sottolinea il neo presidente Di Pietro.

“Serve un nuovo modo di concepire l’agenzia, non più come la parte debole del rapporto ma in un nuovo contesto dove l’agente possa trattare da pari a pari con la mandante come in un confronto tra due imprenditori. Ma soprattutto c’è bisogno finalmente di una redistribuzione del valore lungo la filiera. Abbiamo la necessità di una rivisitazione del reddito per gli agenti, in special modo per i monomandatari ai quali deve essere garantito un reddito che permetta loro di vivere dignitosamente e limitare la continua erosione delle provvigioni a causa delle vendite on -line”.

Nel suo discorso di insediamento ha toccato numerosi punti come la riforma pensionistica Enasarco, maggior tutele per le donne agenti, l’abolizione delle variazioni unilaterali di zona e di provvigioni, l’abolizione delle clausole risolutive espresse, un fisco più equo.

“La forza di un sindacato come il nostro – ha aggiunto il neo  presidente – si basa anche nel saper trovare insieme a partner, sapientemente individuati ed affini alla nostra Categoria, le decisioni e le scelte migliori. Noi non temiamo di perdere la nostra identità, la nostra autonomia, la nostra indipendenza, questi valori sono radicati in noi ci hanno sempre contraddistinto e rappresentano e continueranno a rappresentare il nostro fondamento.

“Dobbiamo essere più presenti ed attivi sul nostro territorio, troppe zone sono scoperte, occorre una presenza più capillare. So bene che non sarà facile, ma occorre far comprendere ai nostri colleghi che il compito del sindacato non è quello di risolvere i problemi alla fine del rapporto, questo è solo una conseguenza; il sindacato è quella organizzazione che deve servire a prevenire i problemi, a far si che non si creino”.

Insieme al Neo eletto presidente sono state rinnovati tutti i vertici dell’Usarci, risultando eletti Mauro Ristè Vice presidente Vicario; Marcello Gribaldo, Massimo Azzolini, Luigi Doppietto, Pasquale Affatati Vice Presidenti; Consiglieri Antonio Bellini, Miriam Catalano, Paolo Carcea, Andrea Cavalieri Foschini, Giuseppe Gaparri, Pietro Lunardi, Loris Meloni, Domenico Papa, Franco Roccon, Domenico Papa, Davide Sindoni. Alla Segreteria Nazionale è stato confermato l’ottimo Antonello Marzolla, alla Tesoreria è stato eletto Vincenzo Verì.

FONTE ELECTOMAGAZINE – AUTORE ENRICO TOSELLI

 

 


Di Pietro: garantire la pensione agli agenti di commercio penalizzati dal mancato versamento dei contributi previdenziali

Ora l’alibi è la crisi, le difficoltà provocare dalla pandemia, i problemi legati alla guerra ed alle sanzioni. Ma, in realtà, i mancati versamenti dei contributi previdenziali degli agenti di commercio da parte di molte ditte mandanti non rappresenta certo una novità. Per questo Giovanni Di Pietro, presidente dell’Usarci, ha scritto una lettera ai vertici dell’Enasarco per sollecitare un intervento dell’Ente a tutela degli agenti.

Come previsto dalla Legge 12/72 e dai vari regolamenti della Fondazione Enasarco, i versamenti previdenziali  – ricorda Di Pietro – sono obbligatori per tutti quelli che svolgono l’attività di agenzia o rappresentanza commerciale. E sottolinea come “la ditta mandante sia l’unica responsabile degli eventuali omessi versamenti, ma spesso, oltre a non versare i contributi trattenuti all’agente, omette di versare anche i propri, appropriandosi illecitamente anche di quelli dell’agente”.

I comportamenti truffaldini non sono una novità in nessun settore. Però, quando la Fondazione, a seguito di una denuncia dell’agente o di una visita ispettiva, decide di provvedere al recupero, si trova, in moltissimi casi, impossibilitata all’incasso in quanto la somma evasa o è talmente elevata da renderne difficile il recupero o la mandante è già in fallimento e nonostante il credito previdenziale rientri tra quelli muniti di privilegio, non essendoci capienza nel fallimento, il recupero appare impossibile. Ed ancora nel caso di adesione ad un piano di rateizzazione, il riconoscimento dei versamenti avviene solo dopo l’accredito di tali somme sui vari conti personali.

Per l’agente di commercio si tratta di un grave danno. Anzi, precisa il neo presidente Usarci, di un triplice danno. Perché l’agente ha già pagato alla mandante ciò che è di sua competenza e si ritrova comunque a perdere i soldi, a perdere la quota pensionistica ma, cosa ancora più grave, in molti casi l’agente non ha diritto ad alcuna pensione o gli viene erogata con notevole ritardo, poichè non viene raggiunto il numero minimo di anni di versamento.

“Vogliamo ricordare – ribadisce Di Pietro – che i versamenti sono obbligatori: non è una scelta dell’agente se aderire o meno alla contribuzione Enasarco; ed anche ritenendo la pensione complementare una grossa conquista per l’agente, in nessun caso può essere ritenuto responsabile degli omessi versamenti”. Una situazione inaccettabile.

Quindi, secondo il presidente USARCI, l’Enasarco deve vigilare e provvedere ai recuperi e garantire all’agente il riconoscimento dei versamenti omessi e degli anni di anzianità, almeno per ciò che concerne il periodo di prescrizione, mentre per quelli già prescritti è necessario riconoscere almeno i contributi figurativi utili al raggiungimento dell’età pensionabile.

Fonte Electomagazine – Autore Enrico Toselli

 

Agenti di Commercio, senza la partecipazione non si conta nulla

Può una categoria professionale di 250mila lavoratori non contare assolutamente nulla in ambito politico? Può la stessa categoria essere utilizzata come bancomat dal governo che ha appena chiesto un intervento da 350milioni di euro per l’acquisto di Btp? Sì, può. Se la categoria è quella degli agenti di commercio. 250mila lavoratori con un reddito medio alto, che intermediano il 70% del Pil italiano. La categoria ideale per qualsiasi governo. Perché è l’unica che si rifiuta ostinatamente di essere una “categoria” e continua pervicacemente a difendere la volontà di essere 250mila individui singoli.

Così quella che potrebbe essere una forza contrattuale in grado di ottenere maggiori diritti e benefici (dall’auto all’età della pensione) preferisce restare una debolezza di 250mila solitudini. Non sempre uniti si vince, ma sempre si perde stando da soli ed illudendosi di ottenere qualcosa a livello politico.

Se n’è discusso a Torino, all’assemblea dell’Aparc Usarci, il principale sindacato di categoria. Ed è difficile anche fare sindacalismo quando gli associati evitano accuratamente ogni forma di partecipazione. Si vota per il rinnovo dell’ente previdenziale? A votare è una ristretta minoranza. Si organizzano corsi di formazione, di aggiornamento? In pochi li seguono, gli altri hanno da lavorare. Come se la formazione e l’aggiornamento non fossero parte integrante del lavoro.

La conoscenza, il sapere sono sempre più determinanti. Ma vengono considerati una perdita di tempo. Salvo, poi, correre disperati a cercare una consulenza dopo aver firmato contratti capestro assurdi e che si sarebbero evitati dedicando un briciolo di tempo ai corsi predisposti dal sindacato. E con un minimo di partecipazione in più si possono conoscere le iniziative per agevolazioni, sconti, convenzioni. Si perdono opportunità perché non si ha tempo per informarsi.

E le controparti, che siano quelle del mondo del lavoro o delle istituzioni pubbliche, ne approfittano. Perché una massa d’urto di 250mila lavoratori può confrontarsi con i ministeri per ottenere qualcosa in cambio degli ingenti finanziamenti richiesti. Ma 250mila singoli agenti di commercio che si lamentano non ottengono assolutamente nulla. E continuano a pagare.

Fonte ElectoMagazine – Autore Enrico Toselli