Lo smartworking cambia i negozi. Più agenti di commercio in periferia

Lo smartworking potrebbe cambiare radicalmente il commercio al dettaglio e, di conseguenza, anche il lavoro degli agenti di commercio che operano in questi ambiti. Il terrore manifestato da qualche rappresentante dei negozianti, evidentemente legato a chi opera nelle aree centrali delle città, è la dimostrazione più evidente del cambiamento in corso.

Nei grandi agglomerati urbani la tendenza è stata quella di concentrare gli uffici, pubblici e privati, nelle aree centrali. E raramente gli uffici dispongono di una mensa interna. Di conseguenza la pausa pranzo era l’occasione per frequentare bar, trattorie e ristoranti del centro. Ma la collocazione degli uffici offre anche la possibilità di fare shopping nei negozi della zona al termine dell’orario di lavoro. Questo ha comportato, tra l’altro, un folle aumento degli affitti dei negozi nelle aree centrali. Oltre alla chiusura di numerosi punti vendita nelle zone semicentrali o periferiche.

Aver portato il lavoro a casa sta rivoluzionando tutto. La pausa pranzo si fa a casa e gli acquisti si fanno nei quartieri di residenza. Cambiano i consumi, cambia il modo di farli. Si rivalutano i negozi di vicinato, raggiungibili in pochi minuti di cammino. Ma anche le botteghe meno centrali dovranno migliorare l’offerta, rendendola non simile ma meno differente rispetto ai negozi del centro che avevano una clientela composta anche da chi in centro non viveva. Il capo di abbigliamento firmato lo si cercherà vicino a casa, senza perdere troppo tempo per raggiungere il centro città. Se non si avrà voglia di cucinare si cercherà un locale con una proposta gastronomica accattivante. 

Per gli agenti di commercio si tratta di affrontare una nuova sfida, più complicata perché con minori certezze anche se con buone opportunità. I km da percorrere aumenteranno. Anche la fatica per convincere al cambiamento chi, al cambiamento, non aveva proprio pensato.

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli

 

Il Rinascimento degli Agenti di commercio per contare di più

E Antonello Marzolla, segretario generale Usarci, punta ancora al Rinascimento della categoria degli agenti di commercio.

Una scelta obbligata, una speranza che deve trasformarsi in realtà per evitare che la categoria si spenga progressivamente in una lunga agonia. Magari anche lunghissima, ma senza alcuna possibilità di invertire la tendenza se ci si limita a difendere posizioni sempre più deboli.

Dunque occorre un Rinascimento che metta gli agenti al centro dell’agenda economica nazionale. Perché la categoria intermedia oltre il 70% del Pil italiano eppure è sottovalutata sia dalla politica sia dalle controparti. Mandanti che non hanno rispetto per gli agenti, negozianti che espongono cartelli vergognosi e trattano gli agenti come un fastidio. Eppure entrambe le parti hanno necessità assoluta degli agenti. 

La categoria, però, non può limitarsi a vivere sugli allori del passato. Deve aggiornarsi, crescere, prepararsi. Per contare di più, per conquistare il ruolo che le compete, per partecipare da protagonista e non da comparsa ai tavoli dove si decidono le strategie del Paese.

Gli agenti non possono più fare le comparse e vedersi passare sopra la testa le decisioni prese altrove e che riguardano la categoria. Un Rinascimento è indispensabile per poter partecipare alle scelte sugli investimenti strategici del Paese, sulle infrastrutture, sul fisco, sulla mobilità. Rinascere per non arrendersi, per non accontentarsi.

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli

Gli agenti di commercio devono difendersi dai delegati che impediscono ogni iniziativa

No a tutto, soprattutto No alle iniziative che cercano di tutelare gli agenti di commercio.

Voci di corridoio raccontano che alcuni delegati di Federagenti, Anasf e Fiarc hanno votato contro l’approvazione del bilancio 2019 della Fondazione Enasarco senza però fornire ragioni valide e limitandosi alla mera propaganda elettorale. 

Continua l’ostruzionismo cieco e non costruttivo verso le proposte concrete per gli Agenti di commercio avanzate da USARCI, Fisascat CISL e UGL. 

Non è la prima volta che la coalizione dei tre sindacati Fiarc, Anasf e Federagenti, boccia il lavoro di chi rappresenta le istanze degli Agenti di commercio e lotta quotidianamente per la categoria.

Già nel consiglio di amministrazione del 9 giugno dove la commissione ha approvato la proposta di anticipazione del Firr per gli Agenti di commercio, gli stessi delegati di Federagenti, Anasf e Fiarc hanno espresso voto contrario. 

Bloccare le proposte di chi lavora al fianco della Categoria è una minaccia per Agenti di commercio che da marzo vivono una situazione di precarietà.

In un momento di difficoltà noi Agenti dobbiamo difenderci da chi concepisce l’Enasarco come un poltronificio da scalare per gestire investimenti e non come un patrimonio comune che fa gli interessi degli iscritti e dei pensionati.

Fonte ElecToMag – Autore Winston Smith 

Gli acquisti on line in Italia sfiorano i 23 miliardi di euro

Grazie anche al lockdown, quando l’eCommerce ha rappresentato il principale motore di generazione dei consumi, cresceranno sopra la media il Food&Grocery (che vale oggi 2,5 miliardi di euro, +56%), l’Arredamento e home living (2,3 miliardi, +30%) e una serie di altre nicchie di mercato come il pharma, il beauty e lo sport&fitness.

Queste alcune delle evidenze che emergono dalla fotografia scattata dall‘Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, presentata via streaming in occasione dell’evento “eCommerce e Retail: verso modelli più integrati”.

Durante l’emergenza, sono tante le domande che ci siamo posti sugli effetti e sulle mutazioni che stanno interessando il mondo del commercio”, dichiara Riccardo Mangiaracina, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano. 

Tra le poche certezze, ci sono la vicinanza che i canali online e fisico stanno dimostrando con forza e il ruolo indispensabile che l’eCommerce sta svolgendo per la ripresa del commercio e dei consumi, certificati dai continui investimenti in atto per potenziare il canale digitale (tramite sito proprio, aggregatori, marketplace) o per favorire modalità di vendita fondate sull’integrazione tra esperienze online e offline (come click&collect, drive&collect, allestimento degli ordini online in store). L’eCommerce, dopo essere stato per anni un canale secondario, ha acquisito oggi un ruolo determinante nella riprogettazione delle strategie di vendita e di interazione con i consumatori”.

Il valore degli acquisti online di prodotto raggiungerà, come si è detto, i 22,7 miliardi di euro, in crescita del +26% rispetto al 2019. L’incremento in valore assoluto è il più alto di sempre: 4,7 miliardi in più in un solo anno. Questo risultato è frutto di dinamiche differenti nei comparti merceologici. I settori più maturi crescono con un tasso sostenuto ma sotto alla media di mercato: nel 2020 l’Informatica ed elettronica di consumo vale 6 miliardi di euro (+18%), l’Abbigliamento 3,9 miliardi (+21%) e l’Editoria 1,2 miliardi (+16%). I comparti emergenti registrano ottimi risultati con ritmi di crescita esponenziali: in particolare il Food&Grocery genera 2,5 miliardi di euro (+56%).

Nei prodotti, la crescita dell’eCommerce (+26%) e la contrazione degli acquisti sul canale tradizionale in tutti i principali comparti (ad eccezione del Food&Grocery) generano un impatto positivo sulla penetrazione dell’online

 Nel 2020 l’incidenza dell’eCommerce B2c sul totale vendite Retail passa dal 6% all’8%. L’eCommerce, nonostante continui a rappresentare ancora una piccola parte degli acquisti complessivi, è sempre più rilevante in Italia. Durante il lockdown ha rappresentato il principale, se non unico, motore di generazione dei consumi, con ricadute nel medio-lungo periodo. Lato domanda, la crescita dei web shopper (+2 milioni nel 2020), la maggior dimestichezza e fiducia nell’online e nei pagamenti digitali (anche da parte di chi online acquistava già) stanno generando un effetto positivo nello sviluppo dell’eCommerce.

Lato offerta, lo sforzo encomiabile messo in campo da diversi attori non verrà vanificato: a crisi finita rimarranno gli investimenti in tecnologia, l’ottimizzazione dei processi per gestire al meglio non solo quella domanda ‘straordinaria’, ma anche un futuro in cui il digitale sarà sempre più fondamentale”, assicura Valentina Pontiggia, Direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm – Politecnico di Milano. “Rispetto al passato è maturata una definitiva consapevolezza sulla necessità di sviluppare un canale eCommerce completamente integrato con l’esperienza fisica. Un cambiamento epocale e invocato dai consumatori che richiederà – soprattutto per i modelli più tradizionali di Retail – profonde revisioni di processo e di organizzazione, investimenti, capacità di ascolto dei clienti e molta creatività”.

I modelli di consumo – commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm –  stanno cambiando e il percorso verso l’ominicanalità è oggi, più che mai, in forte accelerazione. La direzione del nuovo eCommerce sarà sempre più glocal, offrendo nuove strade per rafforzare il ruolo storico delle comunità locali e della collettività dei centri abitati. Dall’inizio della crisi sanitaria, infatti, un modello che ha preso piede nel nostro Paese è il proximity commerce, che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di delivery, possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe”. 

E aggiunge: “Tecnologia, gestione in piattaforma dell’offerta e capillarizzazione della rete logistica sono il mix per rendere vincente il modello dell’eCommerce di prossimità. Grazie al digitale, infatti, i negozi di un territorio possono fare sistema fino a organizzarsi in un micro-marketplace locale, raccogliendo in un’unica piattaforma l’offerta dei commercianti non solo per soddisfare la domanda del bacino di utenza locale, ma anche per favorire un ampliamento dei propri confini, fino all’esportazione dei prodotti”.

Gli acquisti da Smartphone

Durante il lockdown, nonostante la maggior parte degli italiani fossero bloccati nelle proprie case, non è stato segnalato un calo nell’utilizzo dello smartphone per abilitare gli acquisti eCommerce.

L’eCommerce da smartphone, nella componente di prodotto, supera nel 2020 l’incidenza del 50%: per l’esattezza arriva a pesare il 56% degli acquisti online totali.

Gli acquisti eCommerce da smartphone nel 2020 saranno pari a 12,8 miliardi di euro, con un incremento del +42% rispetto ai 9 miliardi di 12 mesi fa.

Alla base dello sviluppo del canale ci sono una maggior sensibilità dei merchant nella progettazione di customer journey nativamente mobile, la diffusione e la frequenza d’uso dei dispositivi (dal 2016 lo smartphone è diventato lo strumento più usato per connettersi a Internet) e il miglioramento dell’infrastruttura tecnologica in termini di copertura e connessione. Lo smartphone è poi adatto a favorire tutti gli acquisti di impulso, personalizzati (sulla base delle informazioni “personali” salvate sul dispositivo) e omnicanale (acquisto online in store).

Fonte ElecToMag – Autore Winston Smith

Commissariare Enasarco per regalare alle banche le pensioni degli agenti di commercio

Quando non si è capaci di gestire qualcosa, si invoca l’arrivo di un commissario esterno. Quando non si vuole che altri la gestiscano, perché scelti dalla base, si invoca sempre il commissariamento. 

Mettere un finanziere a capo dell’Enasarco, commissariando l’ente, sarebbe come mandare Dracula a gestire l’Avis”, avverte Antonello Marzolla, segretario generale Usarci. 

E vorrebbe dire distruggere il sistema pensionistico che tutela gli agenti di commercio. A qualcuno, però, pare non interessare. Visto che non può giocare titolare, perché gli agenti non lo vogliono, si porta via il pallone.

Gli interessi degli agenti sembrano essere stati messi totalmente in secondo piano rispetto agli interessi e ai “desiderata” dei grossi gruppi bancari e finanziari che pare abbiano una profonda amicizia con chi, di gruppi bancari, ne ha girati molti.

Questa è la preoccupazione generale che aleggia negli uffici dei sindacati di tutta Italia che si occupano di tutelare gli interessi degli agenti di commercio. In una intervista, Marzolla ha dichiarato che di fronte a tutte le misure proposte da Usarci, Fisascat Cisl e Ugl, la lista “Fare bene fare presto” ha votato contro senza motivazioni.

Chi grida al lupo al lupo – prosegue Marzolla –  chiedendo il commissariamento, non solo si solleva dalla responsabilità di amministrare il cda di cui fa parte, ma fa un grosso danno alla Categoria. Usarci, Fisascat Cisl e Ugl restano in campo a lavorare al fianco degli Agenti di commercio”.

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli

Gualtieri gioca con le statistiche e dimentica gli Agenti di commercio

Così il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in un tweet esprime il suo grande entusiasmo poiché i dati dell’Eurostat evidenziano un’Italia che a maggio cresce a livello industriale del 42,1% rispetto ad aprile.

I raffronti, quando non si vuol barare, si fanno tra i corrispondenti mesi di anni differenti, per una normale questione di omogeneità. E il confronto con il maggio 2019 mostra un crollo della produzione industriale di oltre il 20%. 

Certo, Gualtieri preferisce esaltarsi perché, con le fabbriche in attività, si è prodotto più che con le fabbriche chiuse. Catalano, a Quelli della Notte, avrebbe detto le stesse cose. Però, anche in questo suo entusiasmo costruito a tavolino, il ministro è riuscito a sbagliare. Ha esaltato le industrie, certo, “ma non dobbiamo scordarci degli Agenti di commercio in Italia che intermediano il 70% del Pil italiano” dichiara Antonello Marzolla, segretario generale Usarci. Ignorare gli Agenti di commercio – come ha fatto Gualtieri – vuol dire non considerare tutto il mondo delle Partite Iva e delle Pmi italiane che sono il vero traino dell’economia italiana”  Mica male per il ministro dell’Economia.

D’altronde un atteggiamento di questo tipo non stupisce. Perché il Pd si è apertamente schierato con alcune liste candidate alla guida dell’Enasarco. Liste che, invece di occuparsi degli Agenti di commercio in difficoltà, tentano la scalata all’Ente per conto dei politici “amici”. Quegli stessi politici che ignorano lo stato di emergenza in cui versa una delle categorie centrali per l’economia italiana e che, mentre si esaltano per dei dati di comodo, non trovano il tempo neppure per spendere una parola a favore di 230mila lavoratori.

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli

Il TAR blocca l’offensiva del Ministero del Lavoro per regalare Enasarco agli amici

C’è un giudice a Berlino, ma senza spostarsi troppo c’è un giudice anche al Tar del Lazio. La frase attribuita erroneamente a Brecht, ma che in realtà era dell’italiano Enrico Broglio, può tranquillamente essere aggiornata.

Perché il Tar ha ribaltato l’imposizione del ministero del Lavoro che, il 15 giugno, ha intimato alla fondazione Enasarco di avviare a luglio le elezioni per il rinnovo degli organi associativi della Fondazione per completarle entro il 10 agosto.

Il diktat era arrivato dopo una lunga querelle tra il ministero e l’ente previdenziale degli agenti di commercio e dei consulenti finanziari nata sulla decisione di Enasarco di sospendere, a causa del lockdown imposto dal governo, le elezioni previste per lo scorso aprile.

Enasarco ha quindi impugnato l’ordine del ministero e si è rivolto al Tar chiedendo la sospensiva del provvedimento in attesa del giudizio di merito, previsto per il 4 agosto. E il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensiva, riconoscendo a Enasarco il fumus bonus juris e le ragioni secondo cui l’ingiunzione ministeriale avrebbe potuto determinare ricorsi e danno erariale.

Tutto rimandato al 4 agosto, quindi, per il giudizio finale del Tar? Non proprio.

Intanto perché di fatto il 4 agosto già supera la data nella quale secondo il ministero le elezioni si sarebbero dovute riattivare e poi perché Enasarco ha già convocato per il 21 luglio un consiglio di amministrazione straordinario per discutere la ripresa dell’iter elettorale.

La decisione del Tar disarma quindi il ministero vigilante che, tra le righe, ha più volte evocato la possibilità di commissariare Enasarco, ed è ora costretto ad attendere l’evoluzione degli eventi.

Se Enasarco è legittimata a deliberare, è chiaro che alcuni dirigenti del ministero influenzati da certe liste candidate alle elezioni Enasarco, hanno puntato sulla disinformazione per favorire la massima confusione attorno all’Ente previdenziale.

Liste che hanno diffuso fake news, non preoccupandosi ancora una volta della tutela degli agenti di commercio, favorendo ancora una volta intrighi di palazzo, anticipando in maniera pretestuosa le sentenze dei giudici, dando interpretazioni che di fatto vengono smentite dai giudici del Tar.

“La decisione del Tar – commenta Antonello Marzolla, segretario generale Usarci – è importante perché è un invito a distinguere chi opera nella tutela degli Agenti di commercio da chi opera nel proprio interesse individuale, nella propria propaganda elettorale. Chi rappresenta davvero gli Agenti di commercio lavora piuttosto che sollevare polemiche per cavalcare la rabbia che cresce in questa fase di difficoltà. Noi, a differenza di altri, abbiamo da sempre preferito impegnarci per offrire soluzioni concrete ai colleghi Agenti”.

Fonte ElecToMag – Enrico Toselli

No alla finanza ed alla politica alleate per incassare le pensioni degli agenti di commercio

Cambiare Enasarco, migliorarla, renderla più efficiente oppure spogliare completamente l’ente previdenziale degli agenti di commercio ed utilizzare quasi 8 miliardi di euro per favorire i giochetti di chi ha creato una lista per compiacere banchieri e finanzieri in combutta con il Pd romano? O, ancora, far confluire i fondi di Enasarco nell’Inps per coprire i buchi di bilancio dello Stato?

Tra poco più di un mese gli agenti di commercio saranno chiamati a scegliere tra queste opzioni. E agosto può essere il mese perfetto per le manovre di palazzo di chi, come la lista Fare bene fare presto (nota anche come Fare i soldi e fare in fretta a scomparire), ha cercato in ogni modo di arrivare ad un commissariamento per accontentare le mire dei palazzi romani del Pd e di chi vuole utilizzare i soldi di Enasarco per speculazioni finanziarie.

Una lista a tutela delle banche, non degli agenti. “Mentre è fondamentale, non solo importante, che a guidare Enasarco siano solo gli Agenti”, ribadisce Antonello Marzolla, segretario generale Usarci. 
Tagliando le unghie ai rapaci che volteggiano sopra l’ente previdenziale per depredarlo e concedere una pensione ridicola agli agenti di commercio. 
“Il compito di Enasarco – conclude Marzolla – è erogare le pensioni agli Agenti di commercio, non è quello di aiutare la gente a investire e fare carriera in ambito finanziario”.
E invita gli agenti a firmare una petizione che gira in rete – ha già raccolto migliaia di adesioni – e che punta ad impedire il commissariamento di Enasarco, garantire le elezioni democratiche di Enasarco e salvare le pensioni.

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli