Righetti (IUCAB): formazione comunitaria per agenti di commercio per l’abilitazione alla vendita internazionale

IUCAB (Internationally United Commercial Agents and Brokers), con sede a Vienna, è l’alleanza mondiale delle più rappresentative organizzazioni di vendita indipendenti: fondata nel 1953 ad Amsterdam, unisce più di venti Stati nel mondo attraverso la partecipazione delle diverse associazioni nazionali di agenti di commercio.

“IUCAB è un player importante nel mondo dell’intermediazione commerciale”, spiega Marco Righetti, Vicepresidente IUCAB e Chairman dell’ “Expert Group Political Lobby” di IUCAB, che continua, “la nostra organizzazione è costantemente impegnata nel sostegno dei circa 600.000 agenti di commercio che operano sul territorio europeo, e che transano più del 60% del PIL comunitario, mantenendo costante il dialogo con le istituzioni dell’Unione e in particolar modo con la Commissione Europea, insieme alla quale IUCAB ha concluso quest’anno un lungo processo normativo, avviato dalla stessa Commissione, per la valutazione delle nuove regole in materia di accordi sulle attività commerciali e delle vendite comunitarie in sostituzione del vecchio Regolamento n. 330/2010 della Commissione”.

Durante questo importante processo di innovazione e aggiornamento, relativamente alla figura dell’agente di commercio, IUCAB si è adoperata coinvolgendo tutte le associazioni nazionali nei lavori della Commissione, attraverso la formulazione di indagini e questionari ad hoc, predisposti da IUCAB, per raccogliere i risultati ottenuti dai diversi Paesi e sottoporli alle istituzioni europee.
Marco Righetti e IUCAB puntano anche sulla formazione, sostenendo “l’importanza di focalizzarsi su di una formazione competitiva per gli agenti, in grado di rendere i professionisti del commercio europeo più attivi sul mercato internazionale: l’idea è quella di progettare una formazione comunitaria per ottenere un’abilitazione per la vendita internazionale”.

“Questa operazione – continua Righetti – la stiamo portando avanti appoggiandoci ad università, commissioni di esperti del settore commercio e associazioni di categoria”.
A livello nazionale l’organizzazione riconosce e certifica i corsi di formazione predisposti dalle diverse associazioni IUCAB.
“Un altro aspetto fondamentale del nostro circuito internazionale – conclude Righetti – è il rapporto costante con le medie e grandi aziende europee, che attraverso una grande piattaforma digitale consultabile dal sito di IUCAB, possono reclutare agenti di commercio grazie ad annunci e inserzioni pubblicate e gestite da IUCAB”.
IUCAB dà la possibilità alle aziende di accedere a consulenze personalizzate, che vengono erogate dalle federazioni nazionali grazie alla loro professionalità ed esperienza di settore.

Fonte ElectoMagazine

Non una mancia ma misure per la ripresa

Non si sa se facciano i furbi, al governo, o se l’ignoranza dilagante più del virus impedisca di scrivere un decreto utilizzando la normale lingua italiana. Invece in ogni occasione si crea una confusione non solo inutile ma deleteria. 

E l’USARCI scende in campo per ottenere chiarezza sui provvedimenti che riguardano gli agenti di commercio.

Noi – assicurano – non lasciamo gli Agenti da soli! Per i lavoratori autonomi sono stati previsti 600 euro una tantum per il mese di marzo. Non è certo che gli Agenti di commercio saranno inclusi in questo provvedimento”.

In realtà la consueta ignoranza governativa ha creato confusione anche sul concetto di Una tantum. Che significherebbe “una volta soltanto” ma non si può pretendere che i ministri o i funzionari conoscano il latino. Così l’interpretazione ufficiale governativa pare sia “una volta ogni tanto”. Dunque non solo a marzo ma anche ad aprile e poi si vedrà quanto durerà lo stato d’assedio.

In ogni caso per il sindacato USARCI si tratta di una cifra al più simbolica che non è di certo sufficiente a coprire i danni della grave crisi delle vendite.

 In questo momento critico per l’economia italiana – proseguono all’Usarci – la politica non è in grado di mettere in capo misure sufficienti per dare man forte al popolo delle partite Iva, che prima ancora dello scoppio dell’emergenza sanitaria, lavoravano destreggiandosi fra mille difficoltà”.

Una mancanza ancora più grave se si considera che gli Agenti di Commercio da soli intermediano il 70% del Pil italiano.

Ciò significa che il problema non riguarda solo una Categoria di 230-250 mila persone ma tutto il tessuto produttivo e commerciale del paese che potrebbe trovarsi nei prossimi mesi senza coloro che vendono i loro prodotti, con tutte le ricadute che ne possono conseguire sulle filiere del lavoro. 

Le associazioni di Categoria USARCI, Fisascat-CISL e UGL hanno lanciato un Osservatorio per gli Agenti di Commercio per indagare e far fronte con dati, informazioni e richieste alle istituzioni l’emergenza Coronavirus che ha investito ormai tutta la nazione. I numeri che emergono da una prima rilevazione fatta su oltre 10mila unità raccontano bene lo stato di forte stress economico a cui sono sottoposti gli Agenti di Commercio. 

Il 94% ritiene di aver perso delle occasioni per chiudere un contratto e oltre la metà dichiara di aver perso tutte le trattative che aveva in corso. A soffrire maggiormente sono soprattutto coloro che servono negozi al dettaglio. Oltre l’80% degli intervistati denuncia un calo netto del volume di affari nel proprio settore e la metà si aspetta un peggioramento della situazione nei prossimi sei mesi. 

Dati che ci dicono che una volta finita l’emergenza sanitaria ci sarà una scia lunga di difficoltà economiche. 

Ci rendiamo conto – commenta Antonello Marzolla, segretario generale USARCI – che in un momento di tale emergenza sia difficile pensare a delle misure. Pertanto abbiamo creduto di dover ascoltare prima di tutto gli Agenti. Le misure adottate dal Governo non sono sufficienti. Non coprono le perdite subite dagli Agenti. Non possono essere nient’altro che un sostegno simbolico in attesa di vere misure che possano aiutare a far ripartire questa Categoria che è il vero motore dell’economia italiana”. 

Oltre all’indennizzo agli autonomi viene riconosciuta la sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per chi autocertifica di aver registrato nei tre mesi successivi al 21 febbraio 2020 un calo superiore al 33% del proprio fatturato rispetto agli ultimi 90 giorni del 2019. Rinviati al 31 maggio il saldo delle ritenute, l’Iva annuale e mensile, i contributi previdenziali e i versamenti Inail. Il pagamento di questi potrà essere fatto con un’unica soluzione o con la rateizzazione in 5 versamenti. Infine, ai liberi professionisti viene riconosciuto il congedo parentale oppure un voucher per babysitter per chi ha figli fino a 12 anni.

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli

Di Pietro: a fianco degli agenti di commercio per superare l’emergenza

Il coronavirus, unito ai quotidiani e confusi decreti ministeriali, sta avendo pesanti ripercussioni sulla categoria degli agenti di commercio. Lo conferma Giovanni Di Pietro, vicepresidente vicario Usarci.

Come stanno vivendo gli Agenti di Commercio l’emergenza sanitaria?

“Dipende un po’ dalle categorie merceologiche. I beni non essenziali sono bloccati e quindi anche gli ordini. Si salva in parte il settore alimentare dove, a parte ristoranti e alberghi chiusi, si continua a lavorare. Quello che preoccupa è che molti negozianti stanno annullando gli ordini per il periodo pasquale e chi ha già ricevuto la merce ora sta chiedendo di poterla restituire. In alcuni settori che non sono stati toccati dal decreto si riesce ancora a lavorare ma con i negozi chiusi la difficoltà è sempre maggiore. Anche gli informatori medici o di prodotti elettromedicali e farmaceutici hanno serie difficoltà in quanto non sono ricevuti dai medici. Infatti alcuni fanno le ricette dalla finestra o attraverso la porta socchiusa. E le farmacie pur se aperte non ricevono gli agenti”.

Riguardo all’ultimo (per ora) decreto, un Agente può ancora circolare e in quali circostanze? 

Anche su questo dipende molto dal tipo di merce trattata. Se quasi tutte le attività commerciali sono chiuse non è che ci sia tanto da girare ed è meglio restare a casa principalmente per scopi sanitari ma anche perché si evitano inutili spese. Mentre l’agente che si sposta per fare una tentata vendita principalmente di prodotti alimentari può sicuramente circolare, anche quelli che operano non in tentata vendita ma rappresentano prodotti primari possono circolare ma è indispensabile indicare dove si sta andando sull’autocertificazione in caso di controllo. Ormai la quasi totalità si sposta solo se ha un appuntamento”.

Cosa sta facendo l’Usarci per assistere la Categoria in questo momento?

Al momento Usarci è in contatto con i vari Ministeri per rappresentare le difficoltà della Categoria e sta cercando di ottenere qualche iniziativa di sostegno in favore degli Agenti di Commercio. Per esempio la sospensione del pagamento di imposte e tributi, specie quelli che scadranno a breve. Oltre alla mancanza di liquidità per alcuni è un problema logistico in questi giorni recarsi in banca a pagare le bollette! In Enasarco, inoltre, Usarci sta promuovendo alcune sue proposte. Una di queste è l’anticipo del Firr, in pratica un tfr per gli Agenti, anche se per fare questo serve il consenso delle mandanti. È vero che sono soldi già accumulati dagli Agenti, ma in questo momento un po’ di liquidità immediata per qualcuno può già fare la differenza.

Fonte ElectoMag – Autore Enrico Toselli

Autonomi in corsa non per l’oro del Klodinke ma per la mancia

Ma quanto è bello ed elettrizzante lanciarsi in una nuova corsa per accaparrarsi i terreni del selvaggio West. O le concessioni per la ricerca dell’oro nel Klondike. Si può ritornare bambini ricordando i tanti film che raccontavano le gesta di uomini alla ricerca di un sogno.

È strano che oggi non ci sia il medesimo entusiasmo nella caccia alla mancia che il governo è generosamente disposto ad erogare ai lavoratori autonomi, agenti di commercio compresi.

Poche centinaia di euro che possono cambiare la vita, aprire nuovi orizzonti di ricchezza sconfinataDunque è inevitabile che si debba faticare per conquistare la ricca mancia. Già la banda di Giuseppi ha evitato il click day che tanto avrebbe ricordato il duello all’Ok Corral. Ma almeno la corsa per arrivare tra i primi era inevitabile. 

Una corsa, perché l’Inps ha fatto sapere di non essere certa che i soldi sarebbero bastati per tutti. Dunque si premierà chi arriva prima. Poi il governo è intervenuto, promettendo che il fondo verrà rifinanziato. Ma chi crede ancora alle parole di Giuseppi e complici?

Insomma, questi maledetti autonomi che cosa vogliono ancora? Sono in vacanza, seppur leggermente forzata, e vorrebbero persino la mancia? Come se fossero dei lavoratori in nero? Loro sì, i lavoratori in nero, i renitenti alla vanga, i divanisti indefessi, che devono essere tutelati e garantiti. Non avendo mai lavorato, o avendo lavorato senza mai versare un centesimo di tasse, si troverebbero senza sostegno economico. E da fancazzisti irriducibili non avrebbero l’abitudine a correre. Dunque per loro la mancia deve essere garantita, portata a casa, scusandosi anche per il disturbo di alzarsi ad aprire la porta.

Gli autonomi, invece devono correre. Così imparano ad aver appeso nei loro uffici, nei loro locali, il maledetto manifesto dell’antilope e del leone che ogni mattina si svegliano in Africa e devono correre. Magari gli agenti di commercio vorrebbero che a correre fossero anche i vertici Enasarco. O anche solo a camminare, ad alzarsi dal divano per spiegare cosa intendono fare.

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli

Gli Agenti di commercio hanno bisogno di aiuti immediati, non di elezioni oggi senza senso

 

GLI AGENTI DI COMMERCIO HANNO BISOGNO DI AIUTI IMMEDIATI, NON DI ELEZIONI OGGI SENZA SENSO

Il governo decide di rinviare tutte le elezioni. Comunali, regionali, referendum: se ne riparla in autunno, se tutto va bene. Una scelta condivisibile. Le preoccupazioni sono altre, non sarebbe possibile una campagna elettorale corretta. 

Poi arriva una funzionaria del ministero del Lavoro, tale Concetta Ferrari, e decide che gli agenti di commercio devono votare subito per rinnovare i vertici di Enasarco.

Perché, sostiene Ferrari, il voto è telematico e, dunque, non ci sono problemi nel confermare le elezioni nel periodo tra Pasqua e la fine di aprile. Ovviamente la direttrice del ministero ignora che al voto dovrebbero partecipare anche le mandanti, dunque le aziende che sono chiuse per decreto. E lei, Ferrari, è sicura che gli imprenditori alle prese con enormi problemi di sopravvivenza aziendale, non aspettino altro che andare in ufficio per votare. Ma chissà se le autocertificazioni di quel giorno prevederanno il voto tra le giustificazioni per uscire di casa. 

Quanto agli agenti, al di là dei numerosi casi di contagio, non sanno nemmeno se, al termine degli arresti domiciliari, troveranno le mandanti ed i clienti. Non sanno se riusciranno a mangiare, se dovranno cambiare lavoro. Ma per Ferrari devono votare. Hic et nunc.

Dunque i diversi schieramenti dovrebbero organizzare, in questa fase, convegni e confronti per illustrare i vari programmi. Tutto in modo virtuale, ovviamente. Ma allora si potrebbe pure votare per comunali e regionali, con comizi virtuali e con file distanziate ai seggi, no? 

A Roma qualcuno ipotizza che la crociata per il voto di Ferrari – che dovrebbe essere super partes ed invece ha scelto di entrare in campo, contro la decisione del cda di Enasarco e contro il parere del collegio sindacale – sia legata al desiderio di occupare la poltrona di direttore generale Enasarco. 

Mentre invece il ministero dovrebbe occuparsi ora di aspetti molto più urgenti per la categoria degli agenti di commercio. 

Ad esempio dovrebbe degnarsi di rispondere ad una serie di proposte rivolte dall’Usarci all’Enasarco per superare l’emergenza. A partire dalla richiesta di sbloccare un fondo assistenza straordinario di oltre 250 milioni di euro per erogazioni alla categoria; l’anticipazione parziale del Firr; la sospensione dei contributi, in attesa di restituirli a partire dal 2022.

Queste sono le emergenze da affrontare. E subito. Non gli scontri elettorali per favorire la promozione di un arbitro che ha scelto di giocare con una delle squadre in campo.

 

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli

Usarci, servono i “fiscobond” per superare il veto olandese

I Paesi Bassi (vietato definirli “Olanda”) respingono gli eurobond e la solidarietà europea. Sono gli stessi Paesi Bassi che hanno provocato una serie continua di guerre all’inizio dell’era moderna, prima che il loro sogno di espansione mondiale venisse stroncato dagli inglesi e che i francesi fermassero l’ampliamento continentale. 

Ma se gli olandesi (mica vorranno essere chiamati “bassini”?) fanno il lavoro sporco per Angela Merkel, nulla impedisce all’Italia di fare da sola sul fronte dei bond.

Antonello Marzolla, segretario generale Usarci (la maggior organizzazione degli agenti di commercio) propone il varo dei fiscobond.

In pratica lo Stato li emetterebbe e verrebbero sottoscritti dai contribuenti. Su base volontaria, sia chiaro. Con un premio per i sottoscrittori. In pratica si acquisterebbero bond per un valore 10 e l’investimento verrebbe scaricato dalle tasse, in 10 anni, ma per un valore 12. I contribuenti anticipano un pagamento e ottengono uno sconto complessivo del 20%. Così lo Stato ha liquidità immediata e, tecnicamente, senza far debito aggiuntivo.

L’ostacolo? La mancanza di creatività ai vertici del Paese, secondo Marzolla.

Molto più critico l’economista Michele Geraci, docente alla New York University di Shanghai ed alla Business School della Nottingham University.  In una intervista rilasciata al Nodo di Gordio, liquida così il ministro italiano che dovrebbe occuparsi di questi aspetti: “Gualtieri non ha un solidissimo background di economia…”.

E questo spiega anche la serie ininterrotta di errori commessi dal governo sotto l’aspetto economico, sino ad arrivare al “bazooka da 700 miliardi” che non è da 700 miliardi e non è neppure un bazooka. Assomiglia ad una flatulenza e prevede solo un ulteriore indebitamento delle imprese non per investire sul rilancio ma solo per pagare tasse e debiti pregressi.

D’altronde con le politiche salariali che hanno impoverito il Paese, aumentando la precarietà e distruggendo il mercato interno, diventa difficile programmare un rilancio economico in una fase in cui le esportazioni diventano più difficili. 

Per questo sarebbe servito un intervento comune europeo, per rafforzare il mercato continentale a vantaggio delle imprese che producono in Europa. 

Invece prevale la finanziarizzazione a scapito della manifattura.

Ma la crisi di Paesi come l’Italia, la Francia, la Spagna colpirà le industrie tedesche, non quelle inesistenti dei Paesi Bassi. All’Aia si accontentano di ospitare le sedi legali o fiscali di aziende in fuga dall’Italia. Loro fanno speculazione, non produzione. Semplici parassiti e, proprio per questo, il simbolo perfetto di un’Unione europea da ricostruire integralmente.

Fonte ElecToMag – Autore Augusto Grandi

Non si produce e non si vende 24mila agenti presi in mezzo

Intervista ad Antonello Marzolla, Segretario Nazionale di Usarci, sul quotidiano La Repubblica – Torino il 08/04/2020

“Non si produce e non si vende 24mila agenti presi in mezzo” di Massimiliano Sciullo

«Siamo collocati tra le aziende che producono e le realtà che vendono. In questo momento è tutto fermo». Incudine e martello: il Coronavirus ha tradotto la metafora in realtà. E a soffrirne le conseguenze è la categoria degli agenti di commercio, sorpresi anche loro dalla pandemia, ma con problematiche e necessità molto particolari. «Da un lato ci sono situazioni terribili con produzioni ridotte al minimo, dall’altra ci sono le realtà che hanno chiuso, non vendono e quindi non riforniscono il magazzino: la situazione è drammatica».

Parola del torinese Antonello Marzolla, con una lunga militanza all’intemo di Usarci Piemonte e oggi segretario nazionale dell’Unione sindacati agenti e rappresentanti di commercio.

Quali sono gli effetti dell’emergenza Coronavirus, sull’attività professionale deglia genti di commercio?

«La nostra Categoria è in grande difficoltà, i pagamenti vengono effettuati a trimestri solari e si può immaginare cosa succederà adesso, ma soprattutto a giugno, senza dimenticare che al 90% si tratta di ditte individuali e che non esistono ammortizzatori sociali specifici. Tra tutti i provvedimenti che sono stati messi in campo in questo momento, solo quello dei 600 euro è accessibile, ma è ampiamente insufficiente rispetto alle necessità di chi fa questo lavoro».

Quali sono i numeri della categoria?

«Per il Piemonte parliamo di circa 24mila agenti di commercio, mentre su scala nazionale siamo di fronte a una realtà che aveva già pagato un conto salatissimo alla crisi precedente: si era scesi da 340mila a 240mila operatori, la stessa tendenza che ha colpito Torino e la sua regione».

In quali settori operano gli agenti di commercio principalmente colpiti da questa situazione?

«Basta immaginare quei settori che al momento sono fermi: l’abbigliamento, ma anche il calzaturiero. E poi il turismo, i bar, la ristorazione, senza dimenticare le macchine utensili. Chi compra, in questo momento, macchine utensili? Per di più in un comparto come quello dell’automotive che già prima del Covid-19 era in frenata. Soltanto a Torino e provincia ci sono circa mille agenti che lavorano nel settore dell’auto ed è facilmente immaginabile la sofferenza, al momento».

Sull’altro piatto della bilancia, ci sono settori che invece danno buone performance?

 «Quelli legati all’attualità: la farmaceutica, oppure l’impiantistica ospedaliera, solo per citarne alcuni. Ma sono situazioni isolate: in generale, su scala locale e nazionale, i cali per l’80% della categoria spaziano dal 50-75% in maniera trasversale».

Alla luce dei provvedimenti già approvati, cosa vi aspettate dal Governo?

 «Al di là dei provvedimenti a pioggia approvati fino a qui, bisogna saper entrare all’intemo delle singole categorie, capendo e individuando esattamente cosa serve e in quali modalità. Noi, per esempio, abbiamo allestito un Osservatorio proprio per avere risultati e numeri puntuali per poter davvero fornire il quadro della situazione per la nostra professione».

E nel frattempo, cosa potete fare?

«Il grosso tormento che ci portiamo dentro in questo momento è legato al fatto di potere accedere alle risorse del nostro ente di previdenza, Enasarco. Ci sono dei parametri molto rigidi da rispettare e siamo sotto la giurisdizione di due ministeri, quello del Lavoro e quello del Tesoro. A loro chiediamo di poter fare in modo di sbloccare 150-200 milioni per dare qualche risposta almeno provvisoria alla categoria. Ma in questo momento ci rendiamo conto che l’unica che esce indenne dalla pandemia è la burocrazia italiana: basti pensare che ci viene chiesto di votare il rinnovo degli organi per il 17 aprile proprio mentre tutto è bloccato e i nostri associati si chiedono come trovare le risorse per andare a fare la spesa».

 

Fonte Repubblica – Ed. Torino – 8/4/2020 estratto da pag. 4 – Autore Massimiliano Sciullo