Lo smartworking potrebbe cambiare radicalmente il commercio al dettaglio e, di conseguenza, anche il lavoro degli agenti di commercio che operano in questi ambiti. Il terrore manifestato da qualche rappresentante dei negozianti, evidentemente legato a chi opera nelle aree centrali delle città, è la dimostrazione più evidente del cambiamento in corso.

Nei grandi agglomerati urbani la tendenza è stata quella di concentrare gli uffici, pubblici e privati, nelle aree centrali. E raramente gli uffici dispongono di una mensa interna. Di conseguenza la pausa pranzo era l’occasione per frequentare bar, trattorie e ristoranti del centro. Ma la collocazione degli uffici offre anche la possibilità di fare shopping nei negozi della zona al termine dell’orario di lavoro. Questo ha comportato, tra l’altro, un folle aumento degli affitti dei negozi nelle aree centrali. Oltre alla chiusura di numerosi punti vendita nelle zone semicentrali o periferiche.

Aver portato il lavoro a casa sta rivoluzionando tutto. La pausa pranzo si fa a casa e gli acquisti si fanno nei quartieri di residenza. Cambiano i consumi, cambia il modo di farli. Si rivalutano i negozi di vicinato, raggiungibili in pochi minuti di cammino. Ma anche le botteghe meno centrali dovranno migliorare l’offerta, rendendola non simile ma meno differente rispetto ai negozi del centro che avevano una clientela composta anche da chi in centro non viveva. Il capo di abbigliamento firmato lo si cercherà vicino a casa, senza perdere troppo tempo per raggiungere il centro città. Se non si avrà voglia di cucinare si cercherà un locale con una proposta gastronomica accattivante. 

Per gli agenti di commercio si tratta di affrontare una nuova sfida, più complicata perché con minori certezze anche se con buone opportunità. I km da percorrere aumenteranno. Anche la fatica per convincere al cambiamento chi, al cambiamento, non aveva proprio pensato.

Fonte ElecToMag – Autore Enrico Toselli